Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Oggi per la prima volta ho visto passare in città due poliziotti insieme a due ragazzi con la divisa dell'esercito. Infine ci siamo: l'esercito è entrato in città. Gli antichi romani, che la sapevano lunga, avevano una serie di disposizioni che vietavano l'ingresso all'interno delle mura dei militari, escluse le marce trionfali - che spesso avevano al seguito nemici incatenati e teste di condottieri avversari. Di palo in frasca: Bruce Sterling, uno degli autori contemporanei di fantascienza più interessanti, asserisce che gli scrittori di fantascienza sono come dei giullari. Possono dire la verità con leggerezza, perché vengono presi poco sul serio. E ora... la conclusione: La frase che segue è tratta da un telefilm di fantascienza: Battlestar Galactica (serie nuova). Il presidente chiede al capitano della nave (e dell'esercito) di impiegare i suoi uomini per operazioni di polizia. Adama risponde così: "Esercito e polizia sono due corpi ben separati. L'esercito combatte i nemici dello stato. La polizia serve a proteggere il popolo. Quando entrambe le cose le fa l'esercito, allora il nemico dello stato tende a diventare il popolo".
 Aiuto! Forse ho visto troppa fantascienza, ma in questo periodo non riesco a non vedere le implicazioni di alcuni progetti tecnologici se non come una minaccia all’umanità! Bruce Sterling, profetico autore di fantascienza e cyberpunk, l’ha detta ancora meglio: gli autori di fantascienza sono dei giullari della letteratura, e, dato che in pochi li prendono sul serio, sono liberi di dire e profetizzare quello che vogliono. Io ho trovato un’interessante correlazione tra una notizia recente e un film tratto da un libro di Chricton. Partiamo da quest’ultimo: L’uomo terminale. Un film strano, forse non completamente riuscito, ma sicuramente interessante. Nel film, il protagonista, Harry Benson, è un geniale programmatore e costruttore di computer che, a causa di un incidente (o forse di epilessia, non ricordo esattamente), subisce una lesione al cervello che gli causa delle crisi di violenza distruttiva. In quei momenti perde il controllo di sé, distrugge e attacca tutto ciò che lo circonda e alla fine non si ricorda nulla. Si sottopone ad un intervento chiamato “Stage three” per impiantarsi degli elettrodi nel cervello collegati ad un computer che rilascia una sorta di endorfine rilassanti ogni volta che arriva una crisi. All’inizio tutto funziona bene, poi, il cervello comincia ad assuefarsi ed aumenta le crisi col solo scopo di avere più endorfine. Il finale ve lo lascio immaginare, ma è ovviamente tragico. Ora ricopio qui l’incipit di una notizia tratta da Repubblica, e non aggiungo altro: Un dispositivo sottopelle per dolori cronici e fastidi fisiciTraffico, lavoro, stress sono la causa di dolori cronici che affliggono migliaia di persone. Un'azienda statunitense con sede a Dallas sembra aver trovato una soluzione immettendo sottopelle un dispositivo che trasmette impulsi elettrici al midollo spinale Stress, ritmi di vita frenetici, ansia: sono in molti a soffrire di dolori cronici, fastidi fisici che rendono il lavoro e la vita quotidiana ancora più faticosa e che, soprattutto nel mondo occidentale, sono i sintomi della pressione psicologica cui si è sottoposti. Analgesici e antidolorifici spesso nulla possono contro questi disturbi. Al limite possono alleviarli, ma certo non risolverli. In più, abusarne è anche pericoloso. Una soluzione sembra ora arrivare dalla biomedicina: la MicroTransponder (www.microtransponder.com), un’azienda statunitense con sede a Dallas, Texas, ha sviluppato un piccolo dispositivo, della grandezza di un chicco di riso, da impiantare sottopelle. Il mini congegno sfrutta l’RFID (radio-frequency identification) e trasmette impulsi elettrici al midollo spinale. Wireless e privo di batterie, l’impianto è costituito da piccoli elettrodi e una bobina, alimentata da una batteria esterna indossabile al polso o alla caviglia.
 Questa la notizia: http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_12/21_CRONACHE_URBI_009575ac-3ebb-11de-914a-00144f02aabc.shtmlOra lo spazio pubblicità Sì! fotografa anche tu un morto! Esponi, nel tuo salotto, la tua personale foto di un moribondo colto proprio nell’istante in cui la vita lo abbandona! Metti a fuoco gli occhi e lo sguardo che, come asseriva Goethe, cerca la luce proprio nel momento in cui la perde! Per poter scattare una bella foto di qualcuno che muore bastano pochi, semplici consigli. 1. Girare sempre con una macchina fotografica o con un cellulare. Grazie all’evoluzione tecnologica questo ora è davvero semplice. Chi non ha un cellulare in grado di scattare foto ad una risoluzione sufficiente almeno per il proprio blog o facebook? 2. Frequentare posti affollati. E’ una questione statistica. La gente ha l’abitudine di morire in continuazione, e la percentuale si alza se i posti sono affollati. Inoltre, grazie all’innalzamento medio dell’età della popolazione, in giro è pieno di vecchi o invecchianti, persone, quindi, molto più vicine al fatidico momento (ma non disperate anche in una discoteca. Cicerone diceva che nessuno, per quanto giovane, possa essere sicuro di passare vivo la notte. Se poi si aggiungono alcolici e le droghe dei giovani, anche in questo caso le probabilità sono a vostro favore!). 3. Tempismo e sfacciataggine. Mi raccomando, appena qualcuno si accascia, voi dovrete essere in prima fila e con la macchina pronta. E non fatevi assolutamente fuorviare da chi vi dice: fate spazio, lasciatelo respirare, o io sono un dottore. Difendete i vostri diritti e ricordate: voi avete diritto alla vostra foto! Vuoi mettere la figura, con gli amici, quando in salotto sfoggerai la tua foto col morto? Sai che novità! Ne ho visti un sacco, potrebbe dire qualcuno con spocchia e sicumera! Sì, risponderai, ma questo non è un morto della tv. Questo l’ho visto morire davvero. Anzi! sono stato il primo a fotografarlo! Questa è una vera foto di morto! Vedrai come aumenterà la tua considerazione tra i tuoi amici! Mi raccomando! Non perdere tempo! Approfittane ora che la società stigmatizza la morte e la esclude da ogni ritualità e momento, come se fosse una colpa o qualcosa di cui vergognarsi. Quante volte hai sentito lo scambio di frasi: “Hai sentito il signor Ginetti? E’ morto!” - “Che vergogna! Senza finire le rate del mutuo? Non c’è più religione!”? Esatto! Proprio così! Ora che la morte è bandita, diventa ancora più pruriginoso mostrarla in pubblico. E grazie alla vecchiaia possiamo rimediare ai problemi che ci causa questa lunga pace europea che ormai dura da oltre 60 anni! Perché in fondo, le morti in tv, sono noiose e tutte uguali.
 Da appassionato di fantascienza quale sono, ogni volta che sento in giro qualche notizia di robot che prendono il posto degli esseri umani mi incuriosisco, e nel contempo storco il naso, perché in media sono sempre notiziole gonfiate da giornalisti che di robotica ne sanno molto poco. Così, se da una parte il robot sommelier, per quanto scientificamente interessante (per la difficoltà di rilevare e catalogare gli odori), rientra nella categoria di notizie per la prima pagina quando non c'è altro di cui parlare (vedi qui e qui), dall'altra il mulo robot (video qui e qui) ha un che di inquietante. Non so se i ricercatori che ci hanno lavorato gli hanno volutamente conferito l'aspetto mostruoso che si ritrova, così senza testa e vagamente aracniforme, fatto sta che si muove così bene da sembrare un falso. Ho mutato idea solo quando ho scoperto che è un progetto del dipartimento di difesa americano. Come la sci-fi insegna, quando ci sono di mezzo i militari, allora la fantascienza diventa realtà. Bello, incredibile, ma soprattutto inquietante: muove le zampe come fosse davvero un animale e la sua andatura, unita al ronzio elettronico e meccanico nel silenzio del bosco sembra calibrata per un film horror. Nella migliore tradizione cinematografica, ciò che mi colpisce del mulo elettronico è che nulla lo ferma. Riesce a camminare sul pietrisco, in un bosco, su un terreno accidentato, e neppure le spinte o il ghiaccio lo fanno cadere! Occhio. Siete avvisati. Quando un'orda di quelle creature vi inseguirà in mezzo ad un bosco, di notte, dotate di sensori capaci di cogliere il movimento o il calore del vostro corpo... bhe, sperate solo che mandino in avanscoperta i robot sommelier!
Ci sono notizie che mi lasciano sbigottito. D'altronde lo avevo già scritto qui da qualche parte: il cyberpunk è già arrivato, e noi lo stiamo vivendo in pieno. Fa sempre uno strano effetto sentire attorno a sé l'evouzione dei costumi e della società ed accorgersi che ciò che fino a ieri era solo letteratura e finzione futuribile oggi è realtà. Forse è la stessa sensazione che avrà provato un lettore di Verne nei primi decenni del XX secolo... Certo, le novità non appaiono da un giorno all'altro, ma il momento in cui ci si accorge che certe sensibilità sono cambiate è improvviso. Quest'ultima notizia l'ho letta sul Corriere on-line. Di per sé non è eclatante, e non è neanche nuova. Ciò che la rende davvero cyberpunk è l'insieme della notizia più la "risposta del mondo" Ecco la notizia:
Cicciolina ha affermato che è pronta a concedersi a Bin Laden in cambio della fine della sua tirannia.
La risposta:
In Indonesia militanti islamici hanno assaltato la sede di playboy.
E' già letteratura!
|