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di stefano del 22/04/2007 @ 23:25:00, in viaggi, letto 1385 volte
  Questo fine settimana (21 e 22 aprile) sono stato invitato all'ottava edizione del Festival Internazionale delle bande di Giulianova. Ma esistono ancora le bande? - mi sono chiesto Evidentemente sì, mi sono risposto, altrimenti non mi avrebbero invitato. E infatti le bande esistono e suonano ancora. Non solo. Godono anche di ottima salute. Ogni anno, alcune bande da ogni parte del mondo accorrono in questo angolo d'Abruzzo a gareggiare per il miglior premio. Se state per storcere il naso – come stavo per fare io – smettetela e ricredetevi: sono decine e decine i festival come questo in tutta Europa ai quali partecipano bande e gruppi preparati, bravi e che poco hanno a che fare con la nostra vecchia idea di banda.   Coreografie ricche e complesse, sonorità interessanti, tradizioni lontane, il Festival delle bande, devo ammettere, mi ha riservato una sorpresa dietro l'altra. Quello che doveva essere un pomeriggio di lavoro (ebbene sì, ero stato chiamato per esser parte della giuria giornalistica) è diventata una bella occasione per scoprire un mondo avvolto da vecchi cliché. Certo, non sono mancate le bande più tradizionali, militari o di paese, spesso dal sapore amatoriale e un po' raffazzonate, che ricordavano i vecchi film anni '70 e l'immagine di un'Italia paesana, ma lo spirito della manifestazione è stato tutt'altro.   Lo spirito è stato quello dei ritmi caraibici e delle danze erotiche della banda del Guadalupe, che hanno dovuto spingere fuori a forza o altrimenti sarebbe ancora a suonare e a danzare; lo strano contrasto dell'Estonia, con i musicisti militari vestiti di tutto punto e un gruppo di cubiste svestite e ammiccanti; il gruppo lettone, che ha sorpreso, pur essendo in quattro gatti, con danze e balli goliardici dell'Università di Riga. Il clou, dal punto di vista coreografico, lo ha però raggiunto la banda della Malesia: una cinquantina di elementi, vestiti con uno strano costume simil impero britannico, capaci di muoversi e incrociarsi continuando a suonare ritmi serrati e passaggi difficili. La rigida disciplina asiatica, di cui hanno fatto sfoggio i malesi, ha però difettato la delegazione cinese, che non ha fatto male ma non ha brillato per originalità. Alla fine della giornata, pur non potendone più di ottoni, piatti e grancasse, noi giornalisti siamo usciti con una nuova fede: che anche uno spettacolo di banda possa essere una bella manifestazione. E, tra gli elementi non secondari, non è mancata la presenza di belle ragazze. Io, ma anche il mio collega di Roma, abbiamo subito dato disposizione di avvertire i corpi di ballo di ogni nazione presente, di essere facilmente corrompibili.
 Barracuda 2007 è una valanga di surrealismo, risate e riflessioni. Luttazzi non tradisce le aspettative, non si fa in tempo a ridere ad una battuta che ne ha già snocciolate 10 nuove, il tutto con un ritmo incontenibile e trascinante. Non ci sono tabù in Barracuda 2007. La filosofia di Luttazzi è sempre quella che lo contraddistingue: se qualcosa fa ridere e può diventare satira o sketch surreale, allora è giusto dirla, e lui la dice. Lo spettacolo è strutturato in due tempi. Nel primo Daniele parla di sesso e della sua stralunata famiglia, tra zii stercorari e nonni eroinomani, con qualche accenno a dio e ancora sesso. Le battute sono brillanti e funzionano, anche quelle più disgustose, e non mancano le citazioni letterarie, D’Annunzio docet. Nella seconda parte le risate si stemperano in silenziosi applausi. Ora il comico si toglie qualche sassolino dalla scarpa e lo fa con l’impeto dell’esule cacciato per le sue idee che se la prende con gli ignavi (o paraculi): per me il paragone con Dante è stato immediato. Torna la politica, l’editto bulgaro, i problemi moderni e la storia e il significato della satira. Irresistibile la parte finale, in cui Daniele risponde alle mail dei suoi fan, e il telegiornale di Luttazzi. In definitiva, chi se l’è perso cerchi di rimediare al più presto. Su www.danieleluttazzi.it, c’è la lista degli spettacoli del tour.
mentre il gentile gianni cerca di capire perché il database del sito ancora non funziona (sigh! milioni di navigatori non sapranno cosa scrivo di mese in mese...), è giusto rilassarsi per non pensare continuamente ai problemi. dato che molti lettori del blog sono, come me, amanti dei monty python non potranno non apprezzare questa chicca flash: spamalot, il gioco del santo graal! difendi il tuo castello dall'attacco dei francesi (o degli inglesi) lanciando mucche, polli, asini, conigli e alberi con la tua potente catapulta! affronterai i cavalieri francesi, i temibili cavalieri del tiè, e molti altri nemici ormai entrati nella storia... semplicemente cliccando qui
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