Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
di stefano del 30/10/2006 @ 11:45:00, in viaggi, letto 1184 volte
Ha un certo fascino scrivere un articolo su un viaggio in treno (la tratta Sulmona Tagliacozzo, per Italy Magazine) mentre si è seduti su un trespolo da corridoio in un affollatissimo treno che viaggia da Bologna sino a Milano. La differenza tra un piccolo trenino che attraversa l’Abruzzo all’ombra della Maiella e il tecnologico e bolso trenone che taglia la pianura padana è la quantità di passeggeri per metro quadro. In un trenino si trova sempre un buco. Magari vicino ad una vecchietta logorroica pronta a snocciolare la storia di tutta la sua vita, oppure di fianco ad un adolescente dall’afrore di stalla che avrebbe voglia di trovarsi su un trenone tecnologico e bolso che taglia la pianura padana; ma un posto si trova. Nel trenone non è così semplice. Aumenta la tecnologia, ma stranamente le prenotazioni vengono segnate con inchiostro simpatico sul vetro dello scompartimento e non è possibile leggerle sino all’arrivo dell’interessato (di solito una comitiva). A quel punto ci si accorge troppo tardi che tutto il treno è pieno, stipato sino all’inverosimile di persone. Nel vagone le proporzioni variano tra le 6 persone comodamente sedute nello scompartimento e le 1500 pressate nel corridoietto. Questi ultimi poveri cristi (gruppo del quale spesso e volentieri faccio parte), incastrati come in un disegno di Escher fino a formare una superficie completamente piena di esseri umani, devono, oltretutto, sottostare alla continua umiliazione del balletto, ovvero tutta quella complessa sequenza di movenze e ondeggiamenti necessaria a garantire il passaggio di ingenui viaggiatori speranzosi di trovare un posto nella carrozza seguente.
Le carrozze piene sui treni possono essere sostanzialmente di tre tipi. Il primo è il modello sardina, quello nel quale a fatica passa l’ossigeno. Il corridoio è un burroughsiano ammasso di carne, mentre i sei prigionieri degli scomparti non si arrischiano ad uscire né per una sigaretta né per una boccata d’aria e tanto meno con l’illusione di poter raggiungere il gabinetto. Si racconta che il signor Gino Fulzi, durante uno di questi viaggi, colpito da un violento attacco di dissenteria abbia provato a farsi largo tra la calca sino a raggiungere la toilette. Non è più stato rivisto. Un’altra caratteristica delle carrozze sardina è la temperatura che raggiunge picchi di oltre 127° centigradi.
Un altro tipo è la carrozza-notte. In queste carrozze le luci sono sempre spente e le tendine degli scompartimenti sempre tirate. Che siano le 4 di mattina, le 7 di sera o mezzogiorno per un’inspiegabile legge fisica la luce non riesce a filtrare. Dall’interno degli scomparti si odono gemiti e respiri ora grossi ora profondi, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di aprire la porta scorrevole e controllare quale tipo di creatura si nascondesse all’interno.
L’ultimo tipo è chiamato carrozza-fantasma, o anche le sirene di Ulisse. L’ingenuo viaggiatore tira un sospiro di sollievo quando ne scorge una, credendola quasi completamente libera, con una media di una persona a scomparto. Quando però l’incauto viaggiatore si avvicina per sedersi, l’unica persona presente sentenzierà un improvviso: “tutto occupato”, distruggendo in un colpo solo tutte le sue illusioni. Vi sono altre forme di questa aberrazione ferroviaria: scomparti praticamente vuoti se non fosse per piccoli oggetti, borsette e capi di vestiario sui sedili ad indicare un muto “occupato”. L’ultimo caso è il più arduo da affrontare e sono numerosi i passeggeri che ne sono usciti con una sanità mentale fortemente compromessa. Si tratta di quelle carrozze denominate “sirene di Ulisse” completamente vuote sia di persone che di oggetti. Ma, stranamente, quando ci si avvicina per sedersi, una voce dal nulla urla: “occupato!”.
Grazie a dio ogni tanto qualcuno scende. Buon viaggio.
Stefano Rossini
Stavo passeggiando per le vie del centro storico di Rimini, assaporando il profumo di una bella serata autunnale, quando le mie sinapsi sono state bruciate dalla vista della vetrina dell'Ufficio informazioni culturali del Comune di Rimini.
In bella vista campeggiava un enorme televisore al plasma che mandava in circolo informazioni sulle offerte culturali della città e la possibilità di navigare su internet toccando lo schermo.
In piena crisi d'astinenza (ho finito il trasloco da una settimana, ma la telecom non verrà sino a fine mese a installarmi la linea (linea, per la cronaca, chiesta i primi di settembre e confermata e decaduta per ben quattro volte)) mi sono avvicinato per navigare e controllare la posta e aggiornare il sito dallo schermo pubblico del comune.
Ahimè!, che delusione scoprire che si poteva navigare solo sul sito del comune! Ora sfrutto casa di amici e qualsiasi presa telefonica libera cada sotto il mio portatile.
State in linea! tornerò. Nel frattempo: scrutate il cielo!
     Semplice, 2 davanti e 2 dietro. Le foto qui sopra fanno parte del servizio (e del futuro calendario) che sto preparando insieme ai colleghi di sintesi per il raduno delle 600 che si terrà la prossima domenica 8 ottobre a Mercatale di Sassocorvaro e a Macerata Feltria. Che dire? Le macchine fanno già la foto da sola. Sono belle, tirate a lucido e "messe" in un paesaggio davvero mozzafiato: il Montefeltro. Io, quando ho qualcosa di vecchio, è solitamente nella fase precedente. E' il vecchio senza valore, non il vecchio che tende all'antico. Ad esempio non ho, nel garage, la vecchia 600, ma solo la vecchia panda... Ho saputo che i miei 3 assidui lettori si lamentano e si accapigliano per lo sporadico aggiornamento del blog. Non disperate: entro la prossima settimana finirò il trasloco e tornerò alla vita!
|