[A Persefone] Odimi, o dea beata: i tuoi frutti mandaci su dalla terra tu che in pace fiorisci e nella dolce salute e fa che la vita felice adduca la prospera vecchiezza verso il tuo regno, o signora, e verso il potente Plutone
I più attenti tra i lettori si saranno accorti che il blog è immobile da alcune settimane.
Ultimamente il lavoro ha assorbito tutto il mio tempo libero, ma soprattutto sono cambiate le cose che scrivo, i giornali, e spesso anche gli argomenti. Per cui ho voluto fermarmi per pensare cosa fare di questo spazio virtuale. Come organizzarlo, cosa farlo diventare
Quindi, pedetemptim rimane chiuso per ferie fino a nuove disposizioni!
Anche se ultimamente aggiorno poco il blog, volevo rilanciare qui un mio articolo sulle gelaterie di Rimini uscito questa settimana sul Ponte
RIMINI: I “negozi” storici che tengono il passo, le piacevoli novità. Il boom del 2010: due nuove aperture a pochi passi in centro storico. Sapori inediti, tempi di attesa e costi a volte alle stelle.
Una volta c’era il gelato. Punto. Senza tanti fronzoli. I gusti erano quelli classici: cioccolato, crema gianduja, stracciatella e la frutta. Rimini, patria della vacanza estiva, aveva fatto del gelato la sua bandiera. Le gelaterie storiche al mare, come il Nuovo Fiore, o quelle del centro, La Romana e il Pellicano in testa, sono state vere istituzioni per tutti gli anni ’80 e i ’90. Poi le cose sono cambiate. Il Nuovo Fiore è andato un po’ in declino. Ancora oggi, in viale Vespucci, mantiene un’atmosfera molto anni ’80. Diverso il discorso per la Romana, gelateria riminese dal 1947, che ha passato periodi un po’ difficili, come la devastante infatuazione per i “gusti caldi”, che altro non erano che delle mousse burrose e davvero indigeste, e infine la ripresa. Di tutte, il Pellicano è quella che ha mantenuto più a lungo la sua linea: anche se oggi ci sono dei gelati che vantano qualcosa in più, non ha mai avuto scadimenti. Ultimamente il panorama è radicalmente cambiato. In soli due anni sono sorte a Rimini ben tre nuove gelaterie, e da quasi un decennio spopola la gelateria dei due gemelli Ceccarelli, Fabrizio e Francesco (ormai popolarissimi in tv), il Biodelirio. Facciamo un passo alla volta, o rischiamo di perderci tra le creme. Ogni negozio mostra, con orgoglio, pannelli che sottolineano la provenienza dei prodotti, la qualità delle materie prime, la lavorazione dei gusti. Il latte è di alta qualità, o di produttori locali. La vaniglia è del Madagascar, la nocciola è calibrata, piemontese o siciliana, così come i pistacchi. Il cacao viene dal Sud-America e per mantecare il gelato non si usano più i macchinari a ventola, ma quelli con pale verticali. Al di là della moda gastronomica che fa di ogni cibo una questione da gourmet, sono innovazioni che fanno bene al gelato. La concorrenza sprona chi si era un po’ assopito. E la qualità dei gelati è notevolmente aumentata. Lampante l’esempio della Romana. Da ormai ...
Ma... nessuno si è fatto l'unica domanda lecita? Guardando le immagini del palazzo a due passi dal colosseo in cui avrebbe comprato casa Scajola senza sapere come, viene da chiedersi soprattutto una cosa...
Chi diavolo ha costruito quell'orribile palazzone di cemento e terrazzoni proprio di fronte al Colosseo?
World of Fantasy è un nuovo portale della DeAgostini dedicato al mondo del fantastico. Ancora Fantasy? Il fantasy esiste ancora? Sì, e se la cava piuttosto bene. L'idea del portale, infatti, è proprio quella di creare una community che discute non solo del genere, ma cerca di capire come si evolve, cosa succede nel mondo, ma soprattutto cerca di scrivere qualcosa assieme.
Partecipo anche io, che ho letto Tolkien millenni fa - o almeno così mi sembra - e ho continuato a bivaccare qua e là nel genere con letture, scritture, giochi, ambientazioni, e altro. Insieme a Luca. Per l'apertura abbiamo realizzato due reportage dai più interessanti appuntamenti del settore: la fiera del gioco di Modena PLAY, e la fiera dei libri per ragazzi di Bologna, Bologna children's book fair. Ecco il link al sito, sezione approfondimenti, e di seguito i due video.
Il cittadino di Adro che ha pagato per la mensa scolastica (per chi non conoscesse la notizia alcuni bambini non ricevevano più il pranzo perché le famiglie non pagavano) ha scritto una lettera all'amministrazione.
Al di là del fatto di cronaca e delle opinioni, è una bella lettera. Eccola:
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che:
* Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. * So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Da poche settimane sto lavorando ad un nuovo progetto. Si chiama alternautavideo. E' un lavoro che porto avanti insieme a Luca Baggiarini, mio video-socio ormai da parecchi anni. Oltre ai booktrailer e ad alcuni video su commissione, stiamo lanciando una sezione dedicata al videogiornalismo. Questo è il nostro primo lavoro.
di stefano del 12/03/2010 @ 12:55:36, in recensioni, letto 3350 volte
“Che spettacolo, cazzo! Che professionisti, cazzo! Mi ha rinfrancato l’anima!”
Questo è il commento che qualcuno, dietro di me, ha fatto alla fine dello spettacolo del Cirque du Soleil: Saltimbanco. Io lo condivido. E lo cito, come ogni giornalista onesto deve fare con i commenti degli altri. Forse l’avrei detto in modo meno colorito, ma il senso è quello!
E’ il secondo spettacolo che vedo del Cirque du Soleil, il primo è stato due mesi fa, a Londra: Varekai. L’impostazione è la stessa. Si alternano momenti di grande suggestione, siparietti comici, esercizi ginnici al limite del credibile, sontuose coreografie di ballo.
L’esperienza è appagante. Metà serata la si passa col naso all’insù a guardare due ragazze, belle, che fanno evoluzioni incredibili al trapezio, o due omaccioni pelati e muscolosi che si sorreggono l’un l’altro per il collo, uno in piedi e l’altro a gambe per arie con il collo appoggiato a quello del compagno. Tutte le musiche sono dal vivo, molto belle, a parte quando virano verso “Il Re Leone” style, che non amo particolarmente.
Varekai è più sontuoso, complice anche la Royal Albert Hall di Londra, con la sua conformazione sferica e i soffitti immensi, sotto i quali gli artisti volano da un angolo all’altro. Il tema di Varekai è quello della foresta, gli atleti-artisti sono vestiti da animali, con colori sgargianti. Strisciano, saltano, volano! Saltimbanco ha un tema più felliniano, le maschere ricordano alcuni pupazzi dei fumetti manga, o gli attori del burlesque. Ma l’adrenalina non cala di un punto.
Si può davvero dire: “Che spettacolo, cazzo! Che professionisti, cazzo! Mi ha rinfrancato l’anima!”
L’Adriatic Arena di Pesaro non ha il fascino di un teatro, e ha, da fuori, una bizzarra forma a chiappe. Pare poi che viga l’abitudine...
Dopo un ventennio di berlusconismo, è ormai chiaro che il premier conosce bene le abitudini e gli schemi degli italiani, per cui, ormai, mi fido ciecamente delle sue conclusioni.
Quella di oggi (11 marzo) è una grande lezione da imparare. Quanto dura la memoria degli italiani? Berlusconi non ha dubbi: 12 giorni.
27 febbraio: Le liste del PDL vengono presentate in ritardo a causa di problemi interni (indecisioni su chi candidare) e incapacità di chi deve presentarle: succede il patatrac 11 marzo: esattamente 12 giorni dopo Berlusconi dichiara candidamente che c'è stato un piano chiaro di magistratura e radicali (i famosi radicali liberi) per impedire la presentazione delle liste. I suoi uomini sono stati bloccati.
Fantastico! Neanche Orwell aveva osato tanto. Nel mondo di 1984 esistevano degli uffici in cui impiegati-pseudo-redattori cambiavano le notizie dei giornali passati per creare la loro versione della Storia. Ma ora non c'è neanche più bisogno di questo! E' sufficiente lasciar passare 12 giorni e dire ciò che si vuole.
Gli uomini del suo governo, che tanto lo ostacolano, dovrebbero fidarsi più di lui. Tutti quei fascisti frustrati del suo entourage che ora mordono il freno non avrebbero impiegato 60 anni a distruggere la resistenza, facendo circolare l'idea che ogni scelta è uguale all'altra, e che tutto è opinabile.
di stefano del 03/03/2010 @ 16:40:31, in spot, letto 2311 volte
E' come quando si sta con una ragazza ma si pensa ad un'altra. Ogni volta che vedo in tv la pubblicità di Glade Scented Oils (quella in cui la signora di casa accende la candelina, e poi arrivano le tre amiche, che entrano dalla porta e fanno tanti complimenti per gli ottimi odori che sentono in casa), in realtà vedo questo:
di stefano del 27/02/2010 @ 00:00:01, in webwebweb, letto 1982 volte
Blocchi pensanti. Anche se nel presente succedono cose che fanno disperare sul futuro dell'umanità, ci sono sempre speranze. Ogni tanto si lancia un'occhiata nel futuro e si vede un'invenzione geniale. Un approccio al mondo e alle informazioni diverso, più giocoso e affascinante.